Oggi, nella società post-moderna ( Jean Francois Lyotard La condizione postmoderna" 1979) o società liquida come Bauman la definisce, si è realizzato il quasi totale isolamento dei soggetti che ne fanno parte. Paradossalmente il web, la rete, i social hanno azzerato tutti i concetti di emancipazione intellettuale e confronto di idee che erano state il fondamento della rivoluzione e dell'invenzione di Internet come strumento democratico di crescita culturale e sociale. Segnalare la propria presenza attraverso un “condividi” “mi piace” “segnala” è un gesto quantomai automatico come soffiarsi il naso.
La fatica del leggere, del capire, dell'interpretare, del rielaborare e-o criticare nutre la natura stessa dell'essere umano in quanto essere politico (nel senso aristotelico del termine cioè essere sociale). La natura dell'uomo diviene dissimile da quella animale proprio per tale facoltà, per la capacità di entrare in relazione con gli altri, comunicare, comprendere e, di conseguenza, scegliere la condivisione o la non-condivisione. Persino l'immaginazione e la creatività sono generate da tale processo fatto di legami e vincoli.
Leggere e comprendere è, quindi, sempre un dialogo con un altro essere umano, attraverso la lettura e la scrittura si realizza sempre un confronto, un'alleanza o una non alleanza tra autore e lettore. (Lector in fabula, Umberto Eco)
La comunicazione umana che si realizza attraverso il linguaggio è tale se esiste un reale intimo e profondo scambio tra soggetti in relazione. Se ciò non accade le parole, i concetti, le idee perdono di senso, di valore, di significato e divengono alla stessa stregua del rumore, non sono più vettori di significati, non sono più linguaggio.
“Le nostre parole sono spesso prive di significato. Ciò accade perché le abbiamo consumate, estenuate, svuotate con un uso eccessivo e soprattutto inconsapevole. Le abbiamo rese bozzoli vuoti. Per raccontare, dobbiamo rigenerare le nostre parole. Dobbiamo restituire loro senso, consistenza, colore, suono, odore. E per fare questo dobbiamo farle a pezzi e poi ricostruirle.” (Giancarlo Carofiglio, la manomissione delle parole).
L'uomo occidentale medio contemporaneo è un individuo che vive nascosto dietro l'isolamento del web che per certi versi è anche rassicurante. Ciò limita e nel tempo riduce le competenze relazionali e di dialogo che invece sono i tratti connotanti l'essere umano. Fa regredire persino il lessico che nel tempo è stato acquisito, rende meno attenti, assottiglia la capacità di ricordare e memorizzare. Tutto viene consumato frettolosamente, attraverso lo scorrimento dall'alto verso il basso di informazioni su un monitor luminoso. La velocità con cui si procede da link a link, da post a post, non consente di porsi nella dimensione del dialogo che invece richiede tempi più distesi, procede per andate e ritorni sulle frasi di una stessa pagina, di soste per riflettere e ripensare a ciò che si è appena letto o ascoltato, di analisi di quanto appreso e raffronto con quanto si sa già e per ultima cosa di condivisione di ciò che l'altro ci comunica o critica.
Nella società occidentale attuale del sistema capitalistico avanzato definita come società del capitalismo postmoderno o culturale il linguaggio e, quindi, la comunicazione e la relazione tra due o più soggetti non è più il tratto saliente. In questa forma avanzata di capitalismo, infatti, c'è stato il passaggio dalla produzione di beni materiali alla produzione di segni, immagini e forme comunicative. Transizione questa che comporta e ha comportato una sovrapposizione tra sfera economica e sfera culturale sconosciuta a fasi precedenti del sistema capitalistico.
Non vi è più tempo per comunicare, riflettere, dialogare, leggere e scrivere, anzi far ciò è quasi considerato un tempo privo di valore, uno spreco di energie inutili al sistema. L'intellettuale che un tempo era un membro sociale imprescindibile per la crescita comune oggi è una figura desueta che non trova cittadinanza poiché anche la cultura è divenuta desueta. Scavalcato e brutalizzato dai simboli sociali di status che si ottengono a buon mercato attraverso il consumo di beni che traslano quel tipo status sociale e quei simboli a chi li compra senza alcuna minima fatica e costruzione del sapere e ancor meno senza confronto alcuno.
