C'è sempre un momento particolarissimo della vita democratica della nostra Sicilia dove, veramente, si assiste alla stereotipata, anacronistica e vomitevolmente retorica della "lotta" per la scelta dei candidati e delle coalizioni.
Questa volta, al contrario di altre campagne elettorali...
...si è raggiunto un apice, profondo, profondissimo, sia ben chiaro, dove abbiamo assistito inermi a cambi repentini di scenari "politici", liti, riappacificazioni, lotte intestine, giochi al massacro e, consentitemelo, anche capricci da scuola dell'infanzia. Si delineano in questi giorni 3 sostanziali schieramenti: il primo ad essersi presentato ai siciliano è stato quello del Movimento Cinque Stelle con il sempiterno e buono per tutte le stagioni Giancarlo Cancelleri, che per la seconda volta consecutiva ottiene il benestare dei "capoccioni" romani del movimento e riprova ad occupare la poltrona di governatore. Con al seguito i maggiori esponenti nazionali (Di Maio e Di Battista) sta girando la Sicilia propinando sempre la collaudata ricetta dell'anticasta (ma che non vale per lui e sua sorella Azzurra che siede su un comodissimo scranno della Camera dei Deputati) e, new entry, giusto per assicurarsi di dialogare proprio con tutti, lancia il cosiddetto "Abusivismo di necessità" da applicare solo adesso dopo che a Bagheria a qualche esponente grillino, hanno fatto notare che erano responsabili di abusi edilizi gravissimi che riguardavano la costruzione di ville e di altri appartamenti. Non sono così duri e puri come si dipingono e come vogliono proporsi alla gente, e lo dimostrano anche i cambiamenti diametralmenti opposti alla tematiche tipicamente grilline che così tanto appeal avevano sull'elettorale ma che adesso hanno perso la loro efficacia perché spesso rivelatesi solo proclami elettoralistici.
Senza andare lontano, sul fronte del centrodestra risorgono i "colonnelli" del 61 a zero e, Gianfranco Micchichè su tutti, con un accordo rivelatosi fortissimo con i leghisti di salvini e con Fratelli d'Italia della Meloni, sono riusciti a ricompattare un centro destra di puro stampo berlusconiano individuando, anche qui, un candidato che ci riprova per la seconda volta dopo la sconfitta del 2012: Nello Musumeci, con un curriculum politico di rispetto e di indubbia caratura morale e politica, ma che ancora, non ha detto una sola parola su quale è la Sua idea di Sicilia e quali cose vuole fare prioritariamente ove vincesse la competizione elettorale.
Sul fronte Centro sinistra, il mattatore Leoluca Orlando, centra l'obbiettivo di candidare il rettore Micari, da lui stesso scagliato nell'agone politico ma che non solo è oggetto di critiche da parte degli addetti ai lavori, che escluse le dichiarazioni di circostanza, non sono così tanto entusiasti del progetto in generale, anche se in queste ore sembra aver preso corpo una coalizione che comprende Area Popolare, partito di Alfano sacrificato sull'altare di Renzi in prospettiva delle prossime politiche, il martoriato Partito Democratico completamente asservito ai comodi del Sindaco di Palermo e il Pdr- Sicilia Futura dell'ex Ministro Cardinale che può contare su un buon numero di consensi in tutta la Sicilia.
Il prossimo 5 novembre avrà epilogo questa nuova pagina del "laboratorio Sicilia", ma in questi mesi, viste le premesse, sono sicuro che ne vedremo delle belle. (Giu.Lio)