
FICARAZZI - TARI, chi paga per il 50% dei morosi?
Amministratori e funzionari, a chi spetta invertire lo STATUS QUO?
➡️ Ci chiedevamo se il mancato introito del 50% (cifra molto approssimativa) dovuto da coloro che non pagano la TARI, venisse caricato sull’altro 50% di cittadini virtuosi, ma in realtà non è cosi. La somma viene ripartita fra tutti gli utenti, ma quelli che pagano la TARI (l’altro 50%) non devono assolutamente preoccuparsi di doversi sobbarcare anche le somme di coloro che non pagano. Naturalmente bisogna chiarire che fra i morosi ci potrebbero essere famiglie le cui condizioni economiche non permettono loro di potere assolvere al loro dovere, ma siamo altrettanto convinti che sia numeroso e folto il numero dei FURBI. Ma ci chiediamo,considerato che il costo rifiuti si attesta sui 2.200.000 euro e ne entra solo la metà, come fa il Comune a coprire le spese?
A questo punto, una volta constatato che il famoso 50% non ha assolto al proprio dovere, e considerato che non si possono prendere da altri capitoli - si inviano le cartelle all’Agenzia di Riscossine Sicilia che a sua volta manderà una cartella esattoriale con cui si invitano i morosi a mettersi in regola. Ma in attesa che l’Agenzia faccia il suo dovere, questi soldi da dove si prendono? Semplice, dalle casse comunali. Ci siamo chiesti se l’Agenzia di Riscossione riesce nel suo intento e quali sono le percentuali che riesce a recuperare. In Sicilia le cifre sono sconfortanti. Secondo la Corte dei Conti si parlava (prima della pandemia) di un striminzito 6%. Sarebbe interessante conoscere i dati del Comune di Ficarazzi. A proposito di Riscossione Sicilia, la società che doveva occuparsi della riscossione, si è rivelata un vuoto a perdere e dal primo ottobre è passata dalla Regione allo Stato.
In buona sostanza, se la matematica non è un’opinione, l’Agenzia riusciva ad incassare solo briciole. In pratica le somme non incassate dal Comune, i così detti “Residui Attivi”, vengono inseriti come entrate nel Bilancio di previsione, si tratta di soldi esigibili che si dovrebbero incassare ma che non si incassano del tutto. Questi debiti si trascinano per dieci anni, passati i quali, si può affermare senza ombra di dubbio che si sono persi, e possiamo parlare della cosi detta “perdita d’esercizio”.
A questo punto continuiamo a ripeterci: ma questi benedetti soldi per coprire il costo dei rifiuti: stipendi del personale, noleggio gasoloni e discarica come si pagano? Come dicevamo prima o poi da qualche parte i soldi per garantire il servizio si devono trovare dalle casse, tranne le somme vincolate che servono per determinati servizi. Ci sono soldi che arrivano dallo Stato e dalla Regione che naturalmente non bastano, anche perché negli ultimi anni tali trasferimenti si sono ridotti all’osso. Stato e Regione ti mandano i soldi e poi tocca al Comune fare di necessità virtù con le tasse dei cittadini. Ma se è vero che il 50% dei soldi di chi non paga non vengono caricati su coloro che già pagano, possiamo comunque affermare che questi soldi, senza ombra di dubbio, mancheranno alle disponibilità delle casse comunali. Riteniamo che i soldi per il personale della Roma Costruzioni (anche se con uno o due mesi di ritardo), almeno che non si voglia assistere a qualche rivolta con relativa “interruzione di servizio pubblico” a cui nessun sindaco (tantomeno i cittadini) vorrebbe assistere - si devono trovare assolutamente, mentre qualche dubbio lo nutriamo sulla regolarità con cui si pagano le fatture emesse dalla Roma Costruzioni e dai gestori delle discariche. Ma se è stato assodato che quel famoso 50% di morosi non pesa sulle tasche dell’altro 50% dei cittadini virtuosi, siamo sicuri che non pesi sulla qualità dei servizi da fornire a tutti i cittadini? Appare lapalissiano che un Comune che non può disporre di quelle somme che l’Agenzia di Riscossione non riusciva a recuperare, sarà costretta a tagliare i servizi e a ritardare o addirittura non pagare le ditte a cui sono stati commissionati lavori. Una cooperativa, un ferraio, un vetraio, un idraulico, una ditta edile e via dicendo. Certe zone del paese completamente al buio hanno a che fare con i problemi di liquidità? Tutto ciò non sembra configurarsi come un atto d’ingiustizia? Sicuramente è un’ingiustizia per chi paga, un danno per le casse del comune, un danno per le ditte fornitrici ed un danno per i cittadini che ricevono minori servizi. Dobbiamo ammettere che nella loro mediocrità, nella loro incapacità di risolvere i problemi atavici che attanagliano i nostri territori, anche per cause esterne riconducibili al continuo depauperamento delle risorse economiche, o per (nel caso specifico del tema in questione), non inimicarsi il proprio elettorato, quanto meno qualche volta i politici ci mettono la faccia. Ma che dire dei funzionari, di coloro che da 20 o da 30 anni lavorano dentro il Comune? Non sono loro che, anche attraverso gli atti d’indirizzo degli amministratori, dovrebbero attivarsi per fornire servizi più idonei ai cittadini. Gli amministratori potrebbero colpevolizzare i funzionari per l’inefficienza di alcuni settori, mentre gli stessi potrebbero indicare i politici come coloro che frenano, che mettono lacci e laccioli ad alcuni provvedimenti che potrebbero compromettere la fiducia dei propri elettori. Alla fine vuoi vedere che è tutta colpa del fato? A farne le spese i cittadini virtuosi che pagano le tasse, che si ritrovano servizi inefficienti. Naturalmente le responsabilità non possono che essere divise a metà fra il Comune e i cittadini, come il famoso 50% di cui prima. Chiosa finale: se si continua legittimamente a scontare solo le tariffe degli incapienti, non c’è il rischio che quelli borderline che rinunciano ad una vacanza o ad altro per pagare la TARI, non si ritrovino nelle condizione di non poterla pagare in futuro?
Giuseppe Compagno - 09 Ottobre 2021