
NINO FONTANA OTTIENE LA RIABILITAZIONE
SI CHIUDE COSI' UNA VICENDA GIUDIZIARIA DURATA 17 ANNI
Con decreto depositato lo scorso 25 Giugno, la 4^ Sezione Penale della Corte di Appello di Palermo, presieduta dal dott. Massimo Corleo, ha accolto l'istanza di riabilitazione avanzata da Antonino Fontana ai sensi dell'art.70 del D. L.vo n. 159/2011, in quanto sottoposto alla misura dellasorveglianza specialecon obbligo di soggiorno per anni tre, applicata dal Tribunale di Palermo in data 30 Settembre 2009. Al fine di una breve ricostruzione del lungo e tortuoso iter giudiziario, va ricordato che successivamente al provvedimento del 2009, Nino Fontana venive, dalla 6^ Sezione Penale della Corte di Appello di Palermo, definitivamente assolto il 15 Ottobre del 2012 con la formula "perchè il fatto non sussiste" dal reato di concorso esterno in associazione mafiosa per il quale veniva tratto in arresto il giorno 8 Giugno 2003. Dopo il verdetto di assoluzione, Fontana nel 2014 veniva anche risarcito, avendo i giudicanti riconosciuto i danni per l'ingiusta detenzione preventiva subita negli otto mesi di carcerazione fino al Febbraio 2004. Una prima istanza di riabilitazione era stata respinta da un'altra sezione della stessa Corte palermitana e per questo motivo era stato fondamentale ed indispensabile un pronunciamento della Suprema Corte di Cassazione, che in data 4 Giugno 2019, aveva annullato il decreto di rigetto emesso il 14 Dicembre 2012, con rinvio ad un nuovo collegio. Nell'ultimo decreto del 25 Giugno 2020, la Corte ha affermato che per l'accoglimento dell'istanza di riabilitazione "il fatto storico dell'assoluzione dal reato di cui agli art. 110 e 416 bis c.p. non poteva non essere adeguatamente valorizzato". Alla luce pertanto di tali importanti fatti, i Giudici di Palermo hanno dichiarato Nino Fontana "riabilitato dalle conseguenze giuridiche della misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di dimora, disponendo la cessazione di tutti gli effetti pregiudizievoli riconnessi allo status della persona sottoposta alla misura di prevenzione". Si chiude così dopo ben 17 anni la complessa e tormentata vicenda giudiziaria dell'ex vice sindaco di Villabate alla fine degli anni ottanta, per il quale si legge nel decreto "è indimostrata l'accusa di avere agevolato il sadalizio del controllo di attività economiche, nella sua qualità di esponente delle amministrazioni comunali di Ficarazzi e Villabate".
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