Villabate, nonostante tutto ti voglio bene!!!
RIFLESSIONE DI EUGENIO SANFILIPPO!
Una domenica come tante. Faccio un giro per questo mio paese, che mi adotta da oltre venti anni. La mia provenienza è Palermo. A Villabate, ci avevo messo piede ancora prima. Era per l'esattezza, l'anno '76. Allora ebbi la fortuna di conoscere un villabatese doc, che si chiamava Michele Cozzo. Questo signore, pardon, grande signore, vendeva pneumatici di tutte le misure e di tutte le marche. Oltre a questo lavoro, era il presidente del Villabate Calcio. Allestì, in collaborazione con alcuni amici, tali Eduardo Salmeri, Pino Brunetti, Andrea Lo Monaco, Silvio Passantino e altri, una grandissima squadra giallorossa che spopolò in tutta la Sicilia. Vinse su tutti i campi, mettendo in mostra, anima e tantissima qualità. Si giocava, come oggi, sul "vecchio", ma sempre glorioso campo Luigi Zarcone. Promozioni e successi a grappoli, con giocatori straordinari che non citiamo in quanto saltando qualcuno, andremmo a fare cortocircuito con gli assenti. C'era una bella squadra di pallavolo, sia machile che femminile, dove imperversavano gente del calibro di Loredana Francofonte e Mimmo Li Castri, ancora oggi sulla breccia data la loro personalità ed esperienza. C'erano, i famosi mandarini che adornavano le tavole dei villabatesi con il loro profumo e la loro genuinità. C'erano tante altre cose ancora. Ma la domenica che mi ha visto in giro per Villabate, mi fa fare delle considerazioni e delle riflessioni. Sempre con la premessa di chi non vuole addossare colpe a nessuno. Semmai, mettere in risalto, ahimè, quello che non va. Quello che al momento non funziona. Adesso,devo stare attento a come mi muovo con la macchina. Tante le buche, ma di quelle che forse riesco a vedere soltanto io. Buche che fanno male a tutti. Poi, mi soffermo al gravoso problema che attanaglia, sicuramente quasi tutti i comuni: i rifiuti. Spesso sono stato a dialogare con l'assessore preposto, il dott. Domenico Garbo, il quale dall'alto della sua esperienza e della sua eleganza, spesso e volentieri, è costretto ad alzare le spalle, nel senso che oltre a quello che si è fatto, non si può pretendere altro. E' una persona che riesco ad ammirare, a guardare con attenzione. L'assessore, riesce con l'ausilio di altre forze, a fare installare delle telecamere nascoste, che diventano, così, l'incubo dei residenti "incivili". Attenti, quindi, alle multe, sicuramente salate. Un bravo, quindi, a questi personaggi villabatesi che cercano di dare una svolta, ad un paese che vuole crescere, vuole svegliarsi, vuole stare al passo con i tempi attuali. Continuando il mio giro domenicale, un passaggio al campo sportivo. Sempre lo stesso. Non è cambiato proprio nulla. La squadra vivacchia a centroclassifica, (sono lontani i tempi del presidentissimo Michele Cozzo) con tanti sacrifici. Il volley è emigrato nella vicina Altavilla Milicia, dove il sindaco del luogo, ha messo a disposizione dei ragazzi, quasi tutti villabatesi, un vecchio capannone, adesso adibito a palazzetto sportivo. Genitori che la domenica si trasferiscono dove dice il calendario, ma sempre vicini ai loro campioncini. Continuando il mio giro, mi accorgo che la segnaletica è latente. Bisogna inforcare dei buoni occhiali per vedere ciò che non c'è, che non si vede. Addirittura un posto per disabili è degno dell'attenzione nazionale. Una grande buca, al centro del parcheggio, con una medicazione (dopo vari solleciti), alquanto approssimativa. In Via Emerico Amari, le buche la fanno da padrone. Bisogna scansare i fossi, ma ci vuole molta classe e abilità. A banchina è come sempre deserta. Il posto che una volta era il ritrovo dei villabatesi, adesso è il posto di nessuno. Qualche anima, la scorgiamo, a fatica. Qualche altro lo vediamo che sfoglia il giornale. La malinconia mi prende, mi coinvolge. Meglio passare avanti. Ma dove? I negozi tutti ermeticamente chiusi. Non c'è anima viva. Si va a messa, poi, subito a casa. In giro si sente il vento, si alza un pò di polvere. Questo ho notato andando in giro; una domenica come tante altre. Il giro è quasi finito. Mi accorgo che è l'ora del pranzo. Mia moglie mi prepara, come sempre, qualcosa di buono. Entro in un bar qualunque ad acquistare dei dolci. Siamo tradizionalisti in famiglia. Faccio ritorno a casa. Ho detto ciò che pensavo, ciò che ho visto. Amo, comunque, con rifiuti, con buche e con tutto quello che non funziona, il mio paese. Villabate, sempre nel cuore. Con tanti difetti, ma con tanto e solito amore. ( Eugenio Sanfilippo )
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