FICARAZZI - CANNIZZARO/ MARTORANA. Lo strano caso di una staffetta anomala
...E RISOLUZIONE DEL COMPLESSO DI EDIPO
➡️ Quando si parla di staffetta si pensa subito ad una gara olimpica di atletica leggera (4x100), in cui un atleta lascia il testimone al compagno di squadra. Nel campo squisitamente politico si parla di staffetta quando il politico più anziano lascia il suo posto di leader al fedelissimo più giovane (una sorta di viatico) che possa ricalcarne le orme facendo proprio il progetto originario. Lo stesso è avvenuto a Ficarazzi quando nel 2012 Paolo Martorana, ex assessore ai servizi Sociali della giunta Cannizzaro, si impose nettamente su Salvatore Biasconti, Ino Trizzino e Pino Macchiarella. Ricordiamo che lo stesso Cannizzaro aveva lasciato l’incarico dopo due mandati di 5 anni e che aveva spostato i suoi interessi verso una candidatura per le elezioni Regionali. Ma qui non ho nessuna intenzione di ricordare i trascorsi di Pino Cannizzaro e di Paolo Martorana che per le prossime elezioni vedono il primo appoggiato dal secondo. E nemmeno ci interessa entrare a gamba tesa dentro le polemiche che vedono contrapposti i due schieramenti che si daranno battaglia per i prossimi mesi. Da una parte i sostenitori di Cannizzaro che stigmatizzano la presenza di molti ex appartenenti alla “famiglia politica” di Paolo Martorana riciclarsi come nuovi nella lista di Giovanni Giallombardo. Dall’altra parte i sostenitori di Giallombardo che ricordano come sia innaturale la ricomposizione di una coppia (Martorana/Cannizzaro) che fino a qualche tempo fa se ne sono dette di cotte e di crude. Ma si sa la politica, oltre ad essere l’arte del compromesso, è anche l’arte dell’impossibile per cui il peggiore nemico si può trasformare nel migliore amico, quando interessi che prima confliggevano si ritrovano a convergere per misteri inesplicabili di cui la sola politica conosce i codici segreti. Facciamo un passo indietro e ritorniamo al titolo di questo articolo e allo strano caso della staffetta anomala. Perché anomala? Perché difficilmente si assiste ad un giovane che, ricevuto il testimone da uno più anziano (una sorta di padre putativo), riconsegna il testimone a colui da cui lo ha ricevuto. Una sorta di risoluzione del famoso complesso di Edipo di Freud, in cui il figlio uccide il padre (nel nostro caso attraverso le parole di fuoco enunciate da Martorana contro le amministrazioni Cannizzaro) per mantenere un rapporto privilegiato ed esclusivo con la madre, rappresentata simbolicamente dalla Casa Comunale. In questo caso non sappiamo se il figlio, nel caso in cui gli si fosse stata data la possibilità di candidarsi per il terzo mandato, avrebbe cullato il sogno di rimanere fra le braccia seducenti e protettive della madre, ma sta di fatto che la risoluzione del complesso di Edipo consisterà nel facilitare il riavvicinamento del padre con la madre. Come in una sorta di riscrittura della tragedia, non ci sarà nessuno scontro fra Edipo e Laio e quindi nessun parricidio. Ma a questo punto rimane incerto il futuro del figlio. Saprà emanciparsi dalla figura del padre, intraprendere nuove strade e guardare verso altri orizzonti?
di Giuseppe Compagno