
FUGA DAL PRESENTE
ATTESE E ASPETTATIVE FRUSTRATE
➡️ In ogni periodo che anticipa le feste e le vacanze si vive in perenne attesa. Questa attesa è il risultato di aspettative sulle quali ognuno di noi ha riposto delle speranze. Si aspetta con grande attesa il Natale ( a prescindere se si tratti di un’attesa ricca di motivazioni religiose o profane), e prima che la nostalgia prenda il sopravvento ecco arrivare il primo dell’anno. Capodanno è il giorno più ricco di aspettative: sia il ricco che il povero, il malato e il sano hanno sempre qualcosa da rimproverare all’anno che sta per concludersi, mentre ripongono tutti i loro sogni e le loro aspirazioni su quello che sta per iniziare. In parole povere questo stato d’animo potremmo definirlo come: lo stato d’animo dell’inappagato. Se il nostro passato è pieno di cose negative, cerchiamo di rimuoverlo proiettandoci nel futuro. Ma come mai, nello stesso tempo, mentre ci aggrappiamo al futuro e con fiducia gli consegniamo tutti i nostri sogni e le nostre aspettative, allo stesso tempo ci incute paura e ci appare come colui che può spegnere ogni nostra aspirazione o desiderio? Viviamo in una fase di stallo, come un bambino che – contemporaneamente - si sente gratificato da un immagine della madre che lo abbraccia e da immagini future di solitudine e di separazione che lo impauriscono. L’uomo si proietta nel futuro vivendo di attese perché vuole seppellire il passato che come dicevamo prima lo carica di ansie. Ma se rincorrere il futuro e sfuggire al passato hanno l’effetto di renderci insicuri e paurosi, perché non sfruttare la terza dimensione del tempo che è il presente? In fondo il presente è la sola dimensione temporale su cui possiamo esercitare la nostra libertà: infatti non possiamo essere nè liberi di cambiare il passato nè tanto meno di predire il futuro, anche perché pur sforzandoci di tracciare il nostro destino ci saranno sempre delle VARIANTI e degli eventi che contrasteranno contro i nostri propositi e i nostri progetti. Il presente è l’unico momento in cui siamo in compagnia di noi stessi, mentre sia il passato che il futuro sono distrazioni della nostra mente. Questo non significa perdere la memoria del passato perché esso, nel bene e nel male, ha forgiato la persona che siamo adesso. Allo stesso modo vivere il presente non significa erigere una barriera contro il futuro perché esso è il campo sul quale ci giocheremo le nostre aspettative, le nostre aspirazioni e i nostri progetti. Dal passato potremo prendere l’esperienza che abbiamo maturato e dal futuro le forze che ci permetteranno di avere fede in quello che facciamo. Dal passato prenderemo la saggezza e dal futuro la spinta per andare avanti. Il Natale per molti ha perso il significato originario, perché non più attesa di colui che arricchisce il nostro presente, ma attesa frenetica di bruciare il tempo che ci divide dal pranzo e dalla consegna dei regali. Pensate alla frenesia che pervade tutti noi i giorni che ci separano dal Natale. Corse frenetiche verso i negozi. l’insoddisfazione di non avere concluso in giornata e di dover tornare a calcare gli stessi marciapiedi. La giornata della vigilia diventa una corsa contro il tempo, alla ricerca dell’ultimo acquisto e con la speranza di non avere dimenticato qualcuno. Alla fine si arriva talmente stressati che per i molti è difficile ammettere che ci siamo giocati il “significato” della festa. Arriva il famoso pranzo di Natale e la sera, con lo stomaco pieno, le gambe pesanti e la mente smarrita e confusa ci si butta sul letto, ci si sente svuotati perché tutti i buoni propositi sono caduti nel vuoto sotto l’incedere dello stress da shopping. Ma la malinconia svanisce quando il vuoto viene riempito da altre attese: fra poco è capodanno e bisogna prepararsi all’evento. Malgrado – paradossalmente - temiamo l’incognita del futuro e i ricordi che ci procura il passato, ci aggrappiamo ad essi per sfuggire al presente, luogo di contemplazione e di riflessione, di consuntivi e di verifiche. Molti di noi rincorrono il passato - per prendere ciò che di meglio ci ha elargito - e il futuro - per cogliere quanto di meglio saprà dispensarci - ma non per colmare la distanza che ci separa da essi ma solo per sfuggire dal nostro presente, mentre il presente - vittima sacrificale - con aria dimessa si deve arrendere ancora una volta all’evidenza.
Giuseppe Compagno - 1 Gennaio 2022