Villabate - Un pezzo di storia
UN CHIOSCHETTO PIENO DI RICORDI....
Una montagna di ricordi, una infinità di aneddoti. Il tutto, per rinverdire, dopo quasi ottant'anni, uno dei periodi di una Villabate che fu.
Siamo intorno agli anni quaranta. Un periodo difficile, fuori da ogni realtà odierna. Il periodo, per intenderci, di una sopravvivenza con la guerra, con i sentimenti duri, con l'ossessione di poche gioie e di molti visi tristi. Un periodo, insomma, di quelli che se si vivono, bisogna, aggrapparsi alla fortuna. Vicino alla grande Palermo, un comune, un paesino, anche allora, chiamato Villabate. Gente che lavora la terra, persone che sfidano il tempo, alle volte crudele, tante altre volte impetuoso. E' quella, comunque, gente che ha i calli per le mani e non se ne vergogna, non si tira assolutamente indietro.Mandarini e limoni, per chi li possiede, una vera fortuna. E' gente che ha la famiglia, un modesto lavoro, una nidiade di figli. Gente assolutamente semplice, modesta, per nulla montata. Anzi. In piazza, c'è la solita riunione di amici, di gente che nel quotidiano si rivede, si ritrova, si racconta. Proprio nel bel mezzo della piazza, sorge un chioschetto. Fatto di sicuro con molta rudimentalità, ma sempre chioschetto è. Pochi metri quadrati, con tante cose da mettere in ogni angolo per far posto a tutto, o quasi. Il locale, lo gestisce U ZU GIUSTO, siamo esattamente negli anni quaranta, come abbiamo già detto. U zu Giusto è il nonno dell'attuale Mariella. Chi è Mariella? Mariella è per tutti, la signora del chioschetto. Gestisce da quasi quindici annii il bar, il ritrovo di tutti i villabatesi e non. Mariella,conosce quasi tutti. Quasi tutti i villabatesi, almeno una volta, sono entrati nel suo locale. Torniamo indietro nel tempo, ru zu Giusto, che vendeva, soprattutto, acqua e zammù ( anice di allora ), oggi, un bar che riesce a soddisfare, con profumati caffè, dolci, cornetti, giochi e ricariche, i gusti di chi entra.Quanto tempo è passato da allora. Tanto. Quelli, erano i tempi,ru zu Iachineddu Li Vigni, che vendeva splendidi melloni rossi agghiacciati; oppure u zu Tavolidda che vendeva sempre in piazza della Regione, accanto al chioschetto, il polipo bollito. Erano anche i tempi di Paolino Santospirito che vendeva e se ne vantava, pane con le panelle (U panellaru), vere leccornie dei villabatesi.C'era anche u portalettere,Tesauro, un piccolo locale, ma pieno di ogni sorta. Vendeva, per capirci, dalle ruote per bici, alla mortadella, ai chiodi, fino ai collare di caramelle. C'era poi, chi gestiva un vero e proprio gioco d'azzardo, dove si entrava vestiti e si usciva quasi in mutande. Dal doposcuola ra za Dia (cioè Dorotea), a madre Letizia dove si trovava una scuola- biblioteca. Un periodo che oggi, i villabatesi con i capelli bianchi, ricordano ancora.Le giocate a carte,la terza età in pole position, dove si giocava per un caffè o per un gelato, e magari, alcune volte, finiva con qualche sedia tirata o di qua o di la Oggi c'è Mariella.
Un completo marrone che la contraddistingue, un sorriso sempre gentile, una sua personale eleganza, nell'accogliere i " suoi " clienti. In paese la conoscono e la stimano per la sua serietà, per la sua cultura e per la sua indiscussa gentilezza con chiunque. Ci mostra, una sua foto, con suo padre Francesco, il suo migliore amico. Con suo padre, Mariella stiede un periodo di due anni, ad apprendere il lavoro, che poi, ha voluto , per scelta di vita, continuare da sola .Ha avuto ragione lei, oggi Mariella, non solo è una delle menti storiche del paese( a lei si rivolgono per qualsiasi cosa ), ma ha dalla sua, la piena conoscenza del territorio. Ricorda con entisiasmo, alcune belle serate che organizzava il Comune, con parecchia gente che si assiepeva nei pressi del suo locale. Si ricorda del doppio senso, proprio davanti al suo negozio. Lei, insomma, si ricorda di tanto altro ancora. Mariella con la gentilezza che la contraddistingue, ci offre un profumato caffe. Ci da le spalle, è inevitabile data la posizione della macchina del caffè. Si scusa di questo. Mariella è questa. la conosciamo bene ed è per questo che le vogliamo tanto bene. Sulla tabella fuori dal suo negozio, la scritta: Antico chiosco Don Ciccio ". La data è 1943. Sono passati tanti anni. Non ce ne siamo accorti. I ricordi si sommano, i giorni sono tanti. La bellezza è che ancora ne parliano del chioscetto e di Mariella. (Eugenio Sanfilippo)
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