
Quei dieci minuti di reciproco confronto
IL MIO RICORDO DEL DOTT. gIUSEPPE GANGUZZA
➡️ Un altro PERSONAGGIO ha lasciato la comunità di Villabate, non per un viaggio o un’avventura, non per cercare fortuna fuori dalla propria comunità ma per i limiti che la natura impone ad ogni essere umano, e cioè quello dell’età o della malattia. Non so se ha prevalso la prima o la seconda e non è mio compito entrare nell’intimità della famiglia per carpire quali siano state le cause del decesso. Molto probabilmente la perdita della moglie e ancor più quella del figlio Attilio avranno accelerato un processo già di per se irreversibile e ineluttabile. Non c’è nulla di più straziante per un genitore che assistere inerme al ribaltamento dell’ordine naturale che vorrebbe che siano prima i più anziani a lasciare questa terra, ma si sa la natura è cieca, spietata e poco incline nel mostrare un barlume di sensibilità, e la storia passata e presente ne è la prova inconfutabile. Ho voluto usare all’inizio il termine PERSONAGGIO perché non voglio associarmi al termine “ Villabate perde un pezzo di storia”, perché ritengo che la storia non va mai perduta e ne sono testimoni i libri (per quanto riguarda la storia in generale) e i racconti delle persone che hanno conosciuto chi ci ha lasciato. Lo stesso dicasi per personaggi famosi (attori, cantanti, artisti, musicisti) che ci hanno lasciato col corpo ma di cui rimangono le loro opere. Altro che...abbiamo perso. Diceva qualcuno di cui non ricordo il nome che “la vita realmente vissuta è quella di cui serbiamo il ricordo”. Quindi ritengo che Villabate non ha perso un pezzo di storia perché questa singola storia rimarrà attraverso i racconti dei familiari, dei figli, dei nipoti e di coloro che lo hanno conosciuto. E da quello che si legge dai commenti, sembra emergere la statura di un PERSONAGGIO che, al di là delle sue qualità professionali riconosciute, sapeva farsi amare. Naturalmente non ho nessuna intenzione di fare panegirici o santificare una persona che non ho conosciuto a fondo e quindi mi fido di quello che dice la gente. Ma c’è un particolare che mi lega al dottor Ganguzza, un particolare irrilevante per chi leggerà questo articolo, ma particolarmente significativo per me. Fra le diverse e non tante amicizie legate a contesti particolari come la scuola e la parrocchia, interrotte dopo la crescita dei figli, la fine di esperienze ecclesiali o per la nascita di nuove che non ho condiviso, sono emersi tre rapporti particolari (che naturalmente non considero amicizie secondo il termine più usato) . Dei primi due, Salvatore Comparetto dell’ADVS e l’avv. Macchiarella (deceduti da qualche anno) ho avuto modo di scrivere qualcosa. La particolarità di questi rapporti consiste, intanto, nel fatto che queste persone non fossero dei coetanei ma che avessero circa 20 anni più di me. Eppure con queste due persone ho avuto modo di dialogare su diversi argomenti senza che ci fossero particolari legami di appartenenza. Lo stesso è avvenuto con il dottore Ganguzza al quale ogni mese portavo i giornali cartacei, considerato che la Farmacia era uno degli sponsor più assidui. Ebbene, rispetto a tutti gli altri clienti il rapporto non si concludeva con la consegna dei giornali. Intanto il dottor Ganguzza mi chiedeva una sorta di anticipazione sulle notizie che avrebbe trovato all’interno del cartaceo con un parere sulla situazione politica e amministrativa del Comune. Ma non finiva qui. Dall’alto della sua cultura classica e della sua forbita conoscenza del latino accennava a qualche filosofo mettendo a dura prova le mie scarse conoscenze, soprattutto della lingua latina. Insomma fra una battuta e l’altra, fra un accenno a Epicurio e una massima latina passavamo quei 10 minuti di arricchimento reciproco che è insolito fra uno sponsor del giornale e il giornalista.
P.S Il tutto pur essendo emerso che, politicamente parlando, viaggiavamo su due sponde opposte e che questo non ci ha precluso di scambiare qualche parola e dissertare su argomenti di cui condividevamo le affinità
Giuseppe Compagno