Alla fine hanno vinto molti sindaci e i genitori più riottosi
La scuola riprende il 17, con tutte le VARIANTI del caso
➡️ Alla fine la maggioranza dei Sindaci dei Comuni siciliani - fra i quali quello di Ficarazzi Paolo Martorana e quello di Villabate Gaetano Di Chiara - si sono opposti al Governo, alla Regione e alle indicazioni del Ministro dell’istruzione Bianchi. Le scuole apriranno il 17 gennaio rispetto elle indicazioni del 12. Da parte del Governo l’idea era quella di non far perdere agli alunni la possibilità di ritornare a scuola in presenza, perché ritenuta essenziale per la formazione degli stessi, ma ancor di più per la possibilità di riprendere e tessere relazioni fortemente compromesse dalla DAD. Confortati dai dati confortanti che arrivano dal CTS che ritiene la scuola molto più sicura di altri contesti aggregativi. Sicuramente qui in Sicilia i Sindaci sono stati condizionati dalle preoccupazioni dei docenti, relative all’organizzazione e alla messa in sicurezza dei plessi, ma ancor di più dalla spinta di molti genitori preoccupati dalla salute dei propri figli. I primi dubbi riguardano il rinvio dei 5 giorni, perché non si comprende come potrebbe cambiare lo scenario dell’accoglienza dei pargoli, considerate le strutture obsolete di alcune strutture e la mancanza di riscaldamenti denunciata da molti genitori. A prescindere, dal distanziamento fisico di un metro, obbligo di indossare la mascherina, la distanza tra banchi e i protocollo messi in atto a proposito dei contagi che possono riguardare una classe, rimane la prescrizione di garantire un adeguato ricambio d’aria che cozza con la volontà di mantenere gli stessi in un luogo riscaldato e confortevole, considerato il periodo stagionale. Ma analizziamo quali potrebbero essere le motivazioni che spingono i genitori ad essere favorevoli al rinvio delle lezioni. La paura: tutti i genitori, ma ancor di più le mamme (qualcuno aggiungerebbe mediterranee, soprattutto quando si parla di luoghi freddi) vorrebbero avere la certezza di consegnare i loro figli a docenti e strutture rassicuranti e sicure. Pensiamo all’ingorgo causato vicino la scuola da genitori che potrebbero accompagnare i loro figli a piedi senza il bisogno di utilizzare la macchina, ma anche ad altri che potrebbero, con un atto di fiducia, lasciarli andare sa soli. Naturalmente il fattore Covid ha acuito le loro paure e non stiamo qui a sindacare sui loro sentimenti. Dalla semplice paura, insita in qualsiasi genitore, si passa ai genitori ipocondriaci che più che ritardare il ritorno a scuola dei loro pargoli, si augurerebbero che le stesse aprissero i battenti dopo la scomparsa della pandemia. Ma passiamo ai genitori che avrebbero accettato senza fiatare il ritorno a scuola dei loro figli come disposto dalla Regione, e cioè il 12. Pensiamo alle famiglie in cui lavorano tutte e due i genitori che non hanno né le disponibilità economiche né la possibilità di disporre dei nonni per seguire i figli mentre studiano in DAD o a quei genitori che, anche pur garantendo la loro presenza non sono in grado di seguire i figli per carenze socio culturali, per carenze di strumenti multimediali e soprattutto per mancanza di spazi adeguati. Naturalmente possiamo considerare anche una minima percentuale di genitori che non vedono l’ora di toglierseli dai piedi. Come vedete non è facile per un Governo, per un Governatore Regionale o per un Sindaco scegliere per il meglio. Ancor più difficile per i Presidi e docenti barcamenarsi in mezzo a leggi, decreti e protocolli, come è ancor più difficile per i genitori scegliere per il meglio e affidarsi alle istituzioni. Non ci rimane che attendere giorno 17 il rientro a scuola degli alunni e verificare dopo una quindicina di giorni se ad avere avuto ragione erano quelli del CTS, il Ministro Bianchi, il Governatore Musumeci o i Sindaci che hanno chiesto il rinvio e i genitori che avrebbero spostato la data di inizio più avanti nel tempo
Giuseppe Compagno